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La mancanza di un adeguato numero di nuove costruzioni e l'aumento della domanda fa schizzare i prezzi delle case di seconda mano. 

02/07/2022
Anche il secondo trimestre del 2022 è terminato e quindi è “d’obbligo” fare una analisi in merito all’andamento del mercato immobiliare alle Canarie
Sono trascorsi 14 anni (2008) da quando il prezzo delle abitazioni ha stabilito il proprio record storico alle Canarie fissando il costo degli immobili a 1.910 €/m2.
All’epoca si concedevano mutui che avevano un importo che eccedeva quello di acquisto e quindi con la stessa rata si finanziava anche la ristrutturazione, l’acquisto di accessori (anche superflui o non necessari), mobili, accessori, suppellettili ecc. ecc.; per lo più i requisiti per accedere a questo tipo di finanziamento erano poco più che avere un preliminare di acquisto (anche di immobili in fase di costruzione) un documento in corso di validità, il NIE e non generare ragionevoli dubbi in merito al proprio stato di salute.

Sappiamo tutti come è andata a finire: un disastro (tranne per chi poi con effettiva liquidità e disponibilità economica ci ha speculato alla grande)

Al giorno d’oggi la situazione è ben lontana da quella di allora nella sostanza e nella forma di come vengono gestite le cose, se non che il prezzo è cresciuto moltissimo negli anni ed è attualmente nuovamente al massimo.
Le motivazioni per cui le abitazioni usate ora costano di nuovo molto, a mio avviso, sono le seguenti:
1) Come di consueto le soluzioni d’investimento più ricercate sono quelle edificate in contesti turistici e/o turistico / residenziale in quanto sia dal punto di vista emotivo (vista sul mare) che dal punto di vista pratico (vicinanza e comodità a tutti i tipi di servizio) sono più attraenti, con maggior mercato sia in prospettiva di rivendita che per scopi di speculazione o in alternativa facilmente affittabili.
2) I nuovi contesti che possono rappresentare un’alternativa a quanto sopra, godono comunque già di un certo blasone o quei pochi che possono significare una realtà emergente e/o in via di espansione conoscono una crescita di consenso molto rapida.
3) Esigenza di soluzioni abitative, sempre nei contesti sin qui contemplati, che non rappresentino quelle derivanti dalla conversione dall’utilizzo turistico e quindi che non siano i soliti monolocali o gli appartamenti con 1 sola camera; queste infatti rappresentano l’80% del costruito e gli appartamenti con 2 o più camere e con 2 o più bagni sono difficilmente reperibili nel mercato dell’usato.
4) Non per ultimo il fatto che le nuove costruzioni (sia di appartamenti che villini e ville) sono per lo più in funzione del mercato degli immobili di prestigio e lusso e quindi pensate per risolvere esigenze abitative che offrano spazi più ampi e luminosi, esprimano un concetto costruttivo di modernità ed ottimizzazione energetica, ubicati all’interno di un contesto più esclusivo e che garantiscano una maggiore privacy.
A livello nazionale e regionale molti esperti del settore immobiliare concordano sul fatto che nel medio termine ci sarà comunque una maggiore offerta causata dall’aumento dell’inflazione; questo fenomeno richiederà quindi maggiore esigenza di liquidità e perciò ci sarà chi vorrà liberarsi in questo momento propizio del proprio surplus immobiliare.
Vi è poi un altro elemento che dovrebbe far incrementare l’offerta immobiliare: i dati statistici evidenziano un aumento dei pignoramenti per inadempienza che ha già raggiunto il massimo del suo recente passato (2017) ed è in crescita e si prevede dunque che verso la fine del 2022 ci potranno essere maggiori opportunità d’investimento.

Io credo, invece, che le analisi di cui sopra siano si condivisibili ma che:
a) ancora una volta chi ha fatto oculati investimenti (chi più spende meno spende) potrà unicamente andare incontro, in caso di effettivo sgonfiamento del mercato, ad un rallentamento della rivalutazione annua del suo immobile; rivenderà, in caso, ancora molto bene.
b) cha la domanda di “soluzioni valide” comunque supererà l’eventuale maggior offerta grazie al fatto che da alcuni anni a questa parte gli investitori sono più “qualificati” (grazie anche alla politica di apertura verso nuovi mercati) e con maggiore liquidità a disposizione
c) che coloro che guardano a soluzioni abitative di nuova costruzione sono più orientati verso il mercato del pregio e del lusso piuttosto che mirare alla “conversione” verso questo segmento di mercato di immobili di seconda mano. Il mercato del pregio e del lusso alle Canarie non rappresenta più una novità e tanto meno una eccezione.

In sintesi, la bolla immobiliare NON scoppierà proprio perché gli acquisti non sono alimentati dal mercato finanziario ma effettuati da una platea di acquirenti che rispetto al passato hanno una maggiore disponibilità economica, preparazione e consapevolezza...... soprattutto in questo travagliato momento storico dal punto di vista geopolitico per cui si guarda alle Isole Canarie anche come una destinazione "sicura" in quanto in Europa ma lontana da eventuali future problematiche.

di Fabio Chinellato

Adm Unico de InfoCanarie / Casa Canarie 

 

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